La Civiltà Cattolica: una riflessione sul Documento preparatorio al Sinodo dei Vescovi

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Quella che padre Diego Fares S.I. propone sulla La Civiltà Cattolica (I giovani, la fede e il discernimento. Verso il Sinodo 2018: le indicazioni di un documento “incompleto”, Quad. n.4014, pagg. 449-462, 2017 Vol.III) è una vera e propria guida alla lettura del Documento Preparatorio al Sinodo dei Vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” che avrà luogo nell’ottobre 2018. Un docuemento che Padre Fares definisce “innovativo”, sottolineando che

La semplicità dello schema – un’introduzione, tre parti che applicano il metodo «vedere-giudicare-agire» e un questionario – si rivela frutto di un discernimento maturo, e non lo sviluppo di un modello ideale astratto. Inoltre appare un documento «incompleto», che si propone solo come una «mappa» per il cammino sinodale, che propone una figura concreta, quella di Giovanni, l’evangelista giovane, come icona dell’esperienza vocazionale.

Giovanni, dal cui Vangelo (cap. 15, v. 11) prende il via la riflessione introduttiva,cosicché, sottolinea Padre Fares,

mettendo al primo posto il Signore che parla, la Chiesa entra in dialogo con i giovani, non soltanto come “maestra” che insegna, ma anche come “discepola”, come Chiesa che “attraverso i giovani, […] potrà percepire la voce del Signore che risuona anche oggi” (Doc., Intr.).

Dialogo e accompagnamento sono dunque due parole chiave per comprendere l’atteggiamento alla base del Sinodo, che nel suo Documento preparatorio

riprende lo sguardo positivo del Concilio, che tratta i giovani come persone mature. […] Questo sguardo, critico nei confronti degli adulti  e pieno di speranza nei confronti dei giovani, forse ha perduto un po’ di freschezza in questi cinquant’anni in cui sono tornati a prevalere discorsi di tipo moralistic, di fronte ai quali molti giovani chiudono le orecchie.

Come far riaprire le orecchie dei giovani? Eliminando astrattismi e puntando alla concretezza della testimonianza, offrendo loro dei modelli biblici come Samuele, Geremia, Giovanni, la Vergine Maria (cfr. Documento Preparatorio al Sinodo). Inoltra, indica padre Fares, bisogna cercare i giovani nella loro “dimensione esistenziale” riconoscendo una “pluralità di mondi giovanili“.

Questi giovani così diversi sono toccati da temi comuni: la rapidità dei processi di cambiamento, la multiculturalità, la ricerca di identità e appartenenza, come pure figure affidabili e coerenti.

Ed è così che si vuole concepire la Chiesa che riflette con i giovani: “una Chiesa compagna di cammino“, plasmata in ciò che il documento delinea come profilo ideale dell’accompagnatore, indicando (Doc. II, 4) cinque elementi evangelici

lo sguardo amorevole (la vocazione dei primi discepoli, cfr. Gv 1,35-51); la parola autorevole (l’insegnamento nella sinagoga di Cafarnao, cfr. Lc 4,32); la capacità di “farsi prossimo” (la parabola del buon samaritano, cfr. Lc 10, 25-37); la scelta di “camminare accanto” (i discepoli di Emmaus, cfr. Lc 24,13-35); la testimonianza di autenticità, senza paura di andare contro i pregiudizi più diffusi (la lavanda dei piedi nell’ultima cena, cfr. Gv 13,1-20)

Il Documento delinea quindi l’azione pastorale da intraprendere

e viene rivolta una domcanda impegnativa alla Chiesa stessa “Che cosa significa per essa accompagnare i giovani ad accogliere la chiamata alla gioia del Vangelo?”

Un domanda che interroga ciscuno di noi, affinché si diventi testimoni e accompagnatori credibili dei giovani.

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