Sabato 8 marzo 2025, con partenza dall’urna del Beato Rosaz nella Cattedrale di Susa alle 8, si tiene il “Rogazionaggio” organizzato dal Centro Diocesano Vocazioni in collaborazione con alcune parrocchie. Si tratta di un pellegrinaggio a piedi per richiedere nella preghiera il dono di vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa e missionaria. Il “Rogazionaggio” si conclude al Santuario della Madonna del Rocciamelone a Mompantero, dopo aver attraversato la città di Susa, pregando il Rosario meditato con soste di adorazione nelle chiese di San Carlo, Madonna del Ponte e S. Evasio.
Ogni “Rogazionaggio” è sostenuto dall’invocazione di un Santo o Beato patrono del mese che poi viene invocato in parrocchia al termine del Rosario quotidiano recitato in chiesa prima della celebrazione della messa. Ad esso si ispirano le meditazioni nel giorno del “Rogazionaggio” e l’adorazione eucaristica, fatta in Santuario con cui si conclude.
INel mese di marzo “protagonisti” sono le sante martiri carmelitane di Compiègne, canonizzate da Papa Francesco il 17 dicembre 2024. Si tratta di 16 religiose la cui storia è toccante. Allo scoppio della Rivoluzione francese, i membri del Comitato di Salute pubblica di Compiègne si recarono al convento per interrogare le monache e indurle ad abbandonare la vita religiosa. Esse rifiutarono di deporre l’abito monastico e seguendo l’ispirazione della priora, Suor Teresa di Sant’Agostino, tutte si offrirono al Signore in sacrificio affinché la Chiesa e lo Stato ritrovassero la pace. Nel settembre del 1792 le suore, cacciate dal monastero, separate e vestite con abiti civili, continuarono la loro vita di preghiera e penitenza, pur divise in quattro gruppi in varie parti di Compiègne, ma unite dalla corrispondenza, sotto la direzione della priora.
Scoperte e denunciate, il 24 giugno 1794, vennero trasferite a Parigi e rinchiuse nel carcere della Conciergerie. Il 17 luglio furono condannate a morte per la loro fedeltà alla vita religiosa, per “fanatismo” in relazione alla fervente devozione ai Sacri Cuori di Gesù e Maria, e per l’attaccamento all’autorità costituita. Mentre erano condotte insieme per l’esecuzione, cantarono i Salmi e, giunte ai piedi della ghigliottina, intonarono il Veni creator rinnovando una dopo l’altra i loro voti alla Priora, che le aveva preparate in maniera edificante al martirio e all’offerta della propria vita, affinché avesse termine il male che imperversava nella società.
(Fonte: «La Valsusa» del 6 marzo 2025)