
La cattedrale di San Giusto di Susa è uno dei monumenti che più caratterizzano la città e tra i più interessanti edifici ecclesiastici piemontesi. La chiesa madre della diocesi di Susa ha una storia molto antica: costruita per volere del marchese di Torino Olderico Manfredi, della moglie Berta e del fratello Alrico, fu consacrata il 18 ottobre del 1027 o 1028 e il 9 luglio 1029 divenne chiesa abbaziale dell’annesso monastero benedettino maschile. Divenuta canonica regolare agostiniana lateranense nel 1581 e quindi collegiata secolare nel 1749, dal 1772 è cattedrale.
La chiesa ha subìto nel corso del tempo varie evoluzioni che si riflettono sia nella struttura dell’edificio che nel patrimonio artistico che conserva. Già nel XII secolo le navate furono ampliate andando ad inglobare un tratto delle mura urbane, mentre alla fine del medesimo secolo furono sostituite le originarie capriate lignee con le attuali coperture a volta in muratura, elevando la struttura in altezza. Tra il 1319 e il 1321 un importante cantiere gotico portò al rifacimento totale dell’area dell’abside che minacciava rovina: si deve probabilmente a quell’intervento l’occultamento della cripta romanica. Alla metà del XV secolo fu edificata la cappella dedicata a san Mauro, poi abbattuta nel 1617; sempre al XV secolo risale la costruzione delle guglie del campanile grazie a un lascito del commendatario Guillaume d’Estouteville.
La cattedrale di Susa è custode di numerose opere d’arte che rispecchiano la sua storia millenaria: all’esterno spiccano i cicli affrescati della Crocefissione (inizio XII sec.), le figure a monocromo (seconda metà XII sec.) presenti sotto gli archetti del cleristorio, i profeti del sottarco dell’antica cappella di san Mauro e l’entrata di Cristo in Gerusalemme (ultimo quarto XV sec.). All’interno il coro ligneo del 1330 circa, il polittico di Jacopino de Mottis (fine XV sec.), l’altare romanico di Petrus Lugdunensis e la vasca battesimale del maestro Guigo (XII sec.).
Numerose e importanti opere, quali i picchiotti dell’antico portale (1130 circa) o il Trittico del Rocciamelone (1358) sono conservate presso il Museo diocesano ospitato presso la chiesa della Madonna del Ponte.

La cattedrale è attualmente interessata da un ampio cantiere archeologico che ha consentito di ritrovare la cripta romanica al di sotto del presbiterio.
Si prevede di terminare i lavori di scavo e recupero nel 2027, nell’ambito delle celebrazioni per i mille anni di consacrazione.
(don Gianluca POPOLLA incaricato regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici)