Comunione e Liberazione

 

Referente Diocesi di Susa: Andrea Andolfatto
Oltre alla Scuola di Comunità mensile a Torino, i collegamento video da Milano, la Scuola di Comunità si tiene a Sant’Antonino di Susa (per info: andrea.andolfatto@libero.it) ogni quindici giorni il martedì alle 18.15

Presentazione liberamente adattata dalla pagina “Cos’è CL” del sito web del movimento

Comunione e Liberazione è essenzialmente una proposta di educazione alla fede cristiana. Una educazione che non finisce ad una certa età, ma continua sempre, perché sempre si rinnova e sempre si approfondisce. Accade così con il Vangelo, che pur ascoltato mille volte rivela sempre aspetti nuovi. Accade così nell’esperienza dell’amore umano, nella creazione artistica e persino nella vita semplice di ogni giorno. La ricerca del vero, del bello, del giusto e della felicità non finisce mai. E così è il cristianesimo: un’avventura della vita, e non una “preparazione” alla vita.

Don Giussani comincia la sua attività di “educatore al cristianesimo” nel 1954, quando entra come insegnante di religione in un liceo statale, il Berchet di Milano «con il cuore tutto gonfio dal pensiero che Cristo è tutto per la vita dell’uomo». Stupisce gli studenti con la sua proposta rivolta innanzitutto alla ragione e alla libertà, con il suo invito all’incontro con la bellezza – musica, poesia, natura – e con la sua capacità di toccare le profondità del cuore umano, le esigenze fondamentali che lo costituiscono. Afferma Don Giussani ai suoi studenti:

“Non sono qui perché voi riteniate come vostre le idee che vi do io, ma per insegnarvi un metodo vero per giudicare le cose che io vi dirò. E le cose che io vi dirò sono un’esperienza che è l’esito di un lungo passato: duemila anni”. (L. Giussani, Il rischio educativo, Rizzoli, Milano 2005, pp. 20-21).

Don Giussani muore nel 2005. Da allora la guida del Movimento è assunta da don Julián Carrón, che lo stesso Giussani aveva indicato come successore. Il movimento è presente in 90 paesi del mondo.

Il metodo educativo di don Giussani si può sintetizzare in cinque fattori:

  • L’avvenimento di un incontro: chi incontra il Movimento si imbatte in un’esperienza riconducibile alla fede trasmessa da secoli nella Chiesa cattolica. L’incontro con l’avvenimento che la veicola genera un’esperienza e una corrispondenza all’umano impensata, impensabile.
  • Lealtà con la tradizione: per educare occorre proporre adeguatamente il passato. Senza la conoscenza del passato il giovane non ha un punto di riferimento con il quale paragonarsi.
  • Autorità: il passato può essere proposto ai giovani solo se è presentato dentro un vissuto presente che ne sottolinei la corrispondenza con le esigenze ultime del cuore. Questo compito è svolto dall’autorità: persone che coscientemente vivono e propongono la tradizione dandone le ragioni.
  • Educazione alla critica e verifica personale: la proposta così concepita deve essere poi verificata personalmente, cioè paragonata con le proprie esigenze ed evidenze ultime. Solo così, nell’impatto con l’ambiente e la realtà tutta, non si è alienati o omologati alla cultura dominante.
  • Il rischio, necessario alla libertà: il confronto con il mondo espone il giovane al rischio di scelte o orientamenti diversi da quelli indicati dall’educatore. Tale rischio è inevitabile e necessario affinché la personalità maturi realmente e la libertà si giochi in tutta la sua potenza.

La Scuola di comunità
Lo strumento fondamentale di “educazione” degli aderenti al Movimento è la Scuola di comunità, che consiste nella lettura e nella meditazione personale di un testo, cui seguono incontri comunitari che si svolgono per piccoli o grandi gruppi, negli ambienti della vita pubblica o nelle case. Il metodo è un continuo paragone della proposta cristiana con la vita, per verificarne costantemente – alla luce dell’esperienza – la capacità di rispondere alle esigenze dell’uomo in ogni aspetto della realtà. Negli ultimi anni le comunità in Italia e all’estero possono seguire in collegamento audio/video la Scuola di comunità tenuta ogni mese da don Carrón: questa possibilità – e gli appunti che vengono resi disponibili a tutti e in tutto il mondo – offrono una preziosa occasione per imparare il metodo di questo percorso di educazione e approfondimento.

Una struttura semplice
Il Movimento è una proposta di vita e per la vita. Oltre alla Scuola di comunità, ci sono diversi gesti e strumenti miranti all’educazione personale e comunitaria: ripresa del Magistero papale, preghiera e lettura biblica, esercizi spirituali, canto, pellegrinaggi e Via Crucis nel tempo quaresimale, impegno caritativo, incontri con esperienze artistiche, “volantoni” di Natale e Pasqua, fondo comune, vacanze comunitarie. Tutto questo secondo la libera partecipazione delle persone («ho giocato tutto sulla libertà», affermava spesso don Giussani): non è prevista alcuna adesione formale, nessun tesseramento. Ciò si riflette anche sulla organizzazione del Movimento, molto semplice e snella. Un Consiglio di Presidenza – una ventina di persone – affianca don Carrón nella guida centrale, mentre a livello territoriale o di ambiente esiste la “diaconia” (un termine che arriva dal cristianesimo dei primi secoli), composta da alcune persone impegnate come riferimento per la comunità in modo del tutto gratuito. Periodicamente don Carrón presiede le “Assemblee responsabili” che si svolgono nei diversi continenti e un raduno internazionale annuale. Insieme al sito internet in quattro lingue e numerosi varianti nazionali, Tracce, rivista ufficiale del Movimento, pubblicata su carta e sul web in diverse lingue e formati, è lo strumento fondamentale che racconta la vita del Movimento e la sua presenza nel mondo.

Il contributo alla città di tutti
Molti avranno sentito parlare del Meeting di Rimini o del Banco Alimentare. Si tratta di iniziative create da aderenti al Movimento. E sono solo due esempi di una sorprendente creatività sociale che ha da sempre accompagnato la storia di CL. Ma occorre avere ben chiaro che le cosiddette “opere di CL” sono, in realtà, opere “dei ciellini”, nel senso che sono frutto della libera e autonoma iniziativa delle persone, singole o in gruppo. Cosa significa questo? L’unico scopo di Comunione e Liberazione è testimoniare come l’avvenimento cristiano sia la risposta più vera alle esigenze umane, ed è per questo che la persona educata alla fede si trova spinta a una responsabilità, a un impegno civile. È il frutto della passione dell’adulto cristiano a lavorare in ogni ambito della vita sociale, portando con entusiasmo il proprio contributo alla città di tutti: nella cultura, nell’istruzione, nelle condizioni di bisogno, nel sostegno ai giovani e alla famiglia, nell’intrapresa economica, nelle incombenze amministrative e politiche. Nessuno di noi agisce per conto del movimento, ma l’adesione ad esso muove la responsabilità personale.

La Fraternità di Comunione e Liberazione
La Fraternità di CL è una Associazione universale di fedeli riconosciuta durante gli anni Ottanta: il primo riconoscimento ufficiale è datato 11 luglio 1980, e porta la firma di monsignor Matronola, abate di Montecassino. In seguito, vi sarà quello del Pontificio Consiglio per i Laici l’11 febbraio 1982. Si tratta di adulti che liberamente si impegnano a vivere la sequela di Cristo e della Chiesa secondo il metodo trasmesso dal fondatore Intorno alla metà degli anni Settanta alcuni ciellini, terminati gli studi universitari, desideravano approfondire l’appartenenza alla Chiesa dentro la condizione della vita adulta, per crescere come personalità cristiane mature. La Fraternità è un aiuto al cammino di santità di ciascuno. Gesti della Fraternità sono i Ritiri di Avvento e Quaresima, gli Esercizi Spirituali a Rimini una volta all’anno e l’adesione libera al fondo comune per sostenere le attività della Fraternità ed educare alla povertà.

Collegati al sito web ufficiale

 

Immagine: Il saluto di Monsignor Luigi Giussani a San Giovanni Paolo II durante l’incontro con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità, Vespri della Pentecoste, 30.V.1998

Photo Credit: © Ansa, dall’articolo online “La vita di don Luigi Giussani” del CorrieredellaSera.it, 20.II.2015