Le prime parole di Mons. Repole a Susa: “Una chiesa aperta, capace di accogliere”

Le nuvole e la pioggia, un po’ per volta, lasciano spazio al sole primaverile quando, nel pomeriggio di domenica 8 maggio in piazza Savoia a Susa arriva il nuovo vescovo Roberto Repole. La Cattedrale è colma di fedeli; con loro, i sindaci e le autorità. Sul sagrato tocca al sindaco di Susa, Piero Genovese, porgere i saluti della Città e della Valle a mons. Repole. «Il nostro territorio è da sempre attraversato da persone alla ricerca di migliori condizioni di vita che qui si sono stabilite contribuendo a formare un modello sociale improntato sulla solidarietà, l’inclusione e la convivenza civile». Ma i problemi non mancano; crisi occupazionali, bisogno di risposte alle incertezze e allo smarrimento creato prima dall’emergenza sanitaria e ora dalla guerra in Ucraina. «Ogni giorno rappresentanti della comunità civile e delle comunità religiose collaborano e sono impegnati insieme per sostenere famiglie in difficoltà economica, giovani incerti sul loro futuro; per affrontare il dramma migranti e la solitudine degli anziani».


Mons. Repole si presenta con parole semplici: «Sono cresciuto e ho vissuto a Givoletto e Druento, piccoli paesi posti al confine delle valli di Lanzo e di Susa. In questi anni ho potuto apprezzare la Valle di Susa, i suoi luoghi ameni di villeggiatura, la possibilità di belle e distensive escursioni in montagna. Ho conosciuto molte persone residenti in valle e so che il suo tessuto umano è ricco e fecondo». Di fronte ai problemi sociali, aggiunge Repole, «la chiesa segusina continuerà ad offrire il suo contributo, con particolare attenzione verso chi fa fatica per motivi diversi, per la mancanza di lavoro e a causa della precarietà della vita. Cercheremo di farlo secondo la Parola di Dio che ci invita a non dimenticare mai i più poveri».

Una valle, quella di Susa, da sempre terra di passaggio e perciò, afferma il nuovo vescovo, «punto di incontro tra persone, crocevia di culture e sensibilità diverse. Come Chiesa siamo chiamati a offrire il nostro contributo per promuovere la necessità dell’accoglienza del diverso e della convivenza con l’altro. In un tempo di globalizzazione, di scambi sempre più intensi tra persone provenienti da paesi diversi, di migrazioni possono insorgere paure che rischiano di indurre al particolarismo e all’esclusione. Mi piacerebbe che la Chiesa segusina potesse aiutare tutti ad essere aperti agli altri, per promuovere una convivenza pacifica di cui il mondo ha estremo bisogno. In questo modo i valori di Susa e della sua valle non soltanto non saranno oscurati ma brilleranno sempre di più».

Il saluto del sindaco Piero Genovese al nuovo vescovo di Susa mons. Roberto Repole
Mons. Repole saluta il sindaco di Susa, la Città e la Valle

All’interno della Cattedrale, la consegna del pastorale da parte di mons. Cesare Nosiglia al nuovo Vescovo e la Messa che ha visto tra i concelebranti anche mons. Renato Boccardo (vescovo di Spoleto e Norcia e valsusino di origine) e il vescovo emerito di Susa mons. Alfonso Badini Confalonieri.
(da La Voce e il Tempo)

Mons. Repole con le autorità civili e militari

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