Card. Bassetti (CEI): “Ricostruire la speranza, ricucire il Paese, pacificare la società”

Quelli che ha delineato il Cardinale Bassetti, nella Prolusione al Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, in corso a Roma dal 22 al 24 gennaio 2018, sono “tre verbi, tre azioni pastorali, tre sfide concrete per il futuro”.

Secondo il Cardinale, è necessario, in primo luogo,

non dimenticare quelle migliaia di persone che hanno perso tutto con il terrmoto. Sentiamo una vicinanza intima e profonda con questi uomini e queste donne. Ricostruire quelle case, riedificare quelle città, significa donare un futuro a quelle famiglie e vuol dire ricostruire la speranza per l’Italia intera.

Continua con il secondo verbo, più che mai indispensabile in questo periodo di campagna elettorale che tende a strappare, invece che

Ricucire la comunità ecclesiale italiana, esortandola a interpretarsi nell’orizzonte della Chiesa universale. Ricucire la società italiana, aiutandola a vivere come corpo vivo che cammina assieme. Occorre riprendere la trama dei fili che si dipana per tutto il Paese con l’attenzione a valorizzarne le tradizioni, le sensibilità e i talenti. Ricucire significa, quindi, unire. Unire la comunità ecclesiale, unire il Paese: da Lampedusa ad Aosta, da Trieste a Santa Maria di Leuca.

Ricucire come anticipo di un superamento di un “rancore sociale” che viene alimentato da una politica e una società sempre più pronta allo scontro, alla costruzione di muri invece che di ponti.

Pacificare la società significa incamminarsi con spirito profetico lungo una strada nuova: quella strada che Giorgio La Pira chiamava «il sentiero di Isaia». Un sentiero di pace che si propone di abbattere «il muro della diffidenza» e di costruire ponti di dialogo.

Il Cardinale ha toccato anche il tema delle migrazioni, del lavoro, della famiglia e dei giovani, con una profondità di sguardo che ha saputo cogliere i nodi fondamentali del Paese. Ma è l’invito alla politica in vista delle elezioni che resta la parte più incisiva del discorso del presidente dei Vescovi, che si uniscono

innanzitutto all’appello del Capo dello Stato a superare ogni motivo di sfiducia e di disaffezione per partecipare alle urne con senso di responsabilità nei confronti della comunità nazionale. Richiamato il valore morale e democratico del voto, voglio essere altrettanto chiaro sul fatto che la Chiesa non è un partito e non stringe accordi con alcun soggetto politico. Il «risveglio della Chiesa nelle anime» evocato da Romano Guardini, lo «sviluppo integrale dell’uomo» promosso da Paolo VI e il dialogo con tutti costituiscono il nostro orizzonte di riferimento. Con un’ulteriore specificazione riguardo al dialogo. […] Dialogare significa, invece, «cercare il bene comune per tutti». Il bene comune per tutti: in questa prospettiva – la sola che ci sta a cuore – possiamo tracciare un orizzonte di idee e proposte che vogliono essere un contributo fattivo e concreto alla discussione pubblica.

Il Cardinale Bassetti ha sottolineato inoltre la natura della vocazione politica, “una missione e non un trampolino di lancio verso il potere”, caratterizzata da

Una sobrietà nelle parole e nei comportamenti. La campagna elettorale sta rendendo serrato il dibattito, ma non si può comunque scordare quanto rimanga immorale lanciare promesse che già si sa di non riuscire a mantenere. Altrettanto immorale è speculare sulle paure della gente: al riguardo, bisogna essere coscienti che quando si soffia sul fuoco le scintille possono volare lontano e infiammare la casa comune, la casa di tutti.

Non vivere la realtà con gli occhiali delle vecchie ideologie, ma aprirsi alla ricerca sincera del bene comune. Il Cardinale ha quindi individuato tre punti importanti ai cattolici in politica e ha concluso con un appello alla sacralità dell vita:

La prima: vivete la politica con gratuità e spirito di servizio. Testimoniate questa gratuità con gesti concreti e con una vita politica degna della vostra missione, ricordando che i cristiani di ogni tempo «vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo».                     La seconda: guardate al passato per costruire il futuro. Guardate ad una stagione alta e nobile del cattolicesimo politico italiano. Prendete come esempi uomini e donne di diverso schieramento politico che, nella storia della Repubblica, hanno saputo indicare percorsi concreti e interventi mirati per affrontare le questioni e i problemi della nostra gente.                                                                                                                La terza: abbiate cura, senza intermittenza, dei poveri e della difesa della vita. Sono due temi speculari, due facce della stessa medaglia, due campi complementari e non scindibili. Non è in alcun modo giustificabile chiudere gli occhi su un aspetto e considerare una parte come il tutto. Un bambino nel grembo materno e un clochard, un migrante e una schiava della prostituzione hanno la stessa necessità di essere difesi nella loro incalpestabile dignità personale. E di essere liberati dalla schiavitù del commercio del corpo umano, dall’affermazione di una tecnoscienza pervasiva e dalla diffusione di una mentalità nichilista e consumista. Lo dico anche a riguardo delle recenti «Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento»: ci preoccupa la salvaguardia della speciale relazione tra paziente e medico, la giusta proporzionalità delle cure – che non deve mai dar luogo alla cultura dello scarto –, la possibilità di salvaguardare l’obiezione di coscienza del singolo medico e di evitare il rischio di «aziendalismo» per gli ospedali cattolici. In definitiva, vorrei ricordare a tutti: la vita non si uccide, non si compra, non si sfrutta e non si odia!

Un’analisi e un messaggio da meditare proprio per guardare e leggere i segni dei tempi con il giusto paio di occhiali.

Leggi la Prolusione Completa del Cardinale Presidente al Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana (fonte: sito web CEI)

Photo Credit: © L’Avvenire (Foto Siciliani d’archivio)

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