Sei ancora in Standby?
I giovani della nostra diocesi si raccontano
Autori: la vicepresidente giovani Caterina Borello e il Responsabile ACR Marino Giaccone
Noi responsabili giovani dell’Azione Cattolica assieme ad alcuni rappresentanti dell’AGESCI Valsusa, in quanto membri dell’Ufficio di Pastorale Giovanile Diocesano, abbiamo collaborato all’organizzazione di una serata rivolta a tutti i giovani della nostra diocesi dal titolo “Sei ancora in STANDBY?”. L’incontro si è tenuto online giovedì 8 aprile e ha visto come ospite d’eccezione l’Arcivescovo Cesare Nosiglia. E’ stato proprio lui, infatti, a chiedere al gruppo Pastorale giovanile di creare un’occasione di incontro per conoscere e dialogare con i giovani della nostra diocesi, che gli è stata recentemente affidata.
Sono stati più di 30 i partecipanti a questa serata e provenienti da diverse realtà associative e di servizio: la nostra AC, oratorio, scout, catechismo, corale ecc.
Per iniziare l’incontro abbiamo pensato ad un gioco per rompere il ghiaccio e avvicinarci al tema, un quiz intitolato “Chi sei in zona rossa?”; attraverso una serie di domande scherzose i giovani hanno scoperto a quale profilo appartenevano: fuggitivo, iperattivo in gabbia, larva in letargo o socialdipendente. Dopo questo primo momento di svago si è entrati nel vivo della serata attraverso un video che ha ripercorso i grandi cambiamenti che il Covid-19 ha portato, dalla chiusura di attività e servizi alle diverse abitudini.
L’attività cardine della serata era composta da una serie di domande aperte a cui noi giovani abbiamo risposto in modo anonimo per confrontarci e interrogarci sulle difficoltà di questo periodo e su cosa abbiamo imparato ad apprezzare.
Molte sono le riflessioni emerse dalle risposte dei giovani, tra esse ci ha colpito in quanti abbiano riconosciuto che questo periodo, per quanto complesso e difficile, abbia fatto riscoprire le cose essenziali della nostra vita e il valore delle piccole cose, aspetti che trascuriamo spesso a causa della vita frenetica a cui siamo abituati.
Nelle difficoltà legate alle restrizioni noi giovani abbiamo trovato sostegno e supporto non solo negli amici e nella famiglia, ma anche nella Fede.
Durante la serata, inoltre, ci siamo messi alla prova cercando di ripensare come ci eravamo sentiti lo scorso giugno, quando questa pandemia sembrava ormai scemata, e come invece ci sentiamo oggi, dopo un anno in una situazione assai simile a quella della scorsa primavera. E’ emerso in molti di noi il desiderio di ripartire e di non restare in standby, cercando il giusto modo per rivivere tutto ciò che ci è mancato con la consapevolezza del suo valore.
L’Arcivescovo ha guidato con alcune parole la riflessione sulle domande apprezzando l’essenziale e il bello che i giovani hanno saputo tirare fuori anche da questo periodo di grande difficoltà.
La serata si è conclusa con il vangelo dei discepoli di Emmaus, per ricordarci della presenza discreta, ma essenziale, di Gesù risorto nel nostro cammino anche nei momenti in cui non lo percepiamo.